… Ovvero pensieri e riflessioni semiserie sul mondo dei blog (di cucina)Oggi il mio blog compie un anno e come spesso si fa in queste occasioni in qualche modo bisogna festeggiare.
All’inizio avevo pensato a una bella classica festa: un contest, una raccolta di ricette…, ma dato che non sono una che festeggia i propri compleanni da “umana” non mi sarei sentita a mio agio a festeggiarli da “blogger”.
E’ molto più nelle mie corde soffermarmi a dare uno sguardo a quello che ho imparato in quest’anno (abbondante, visto che il periodo di gestazione è stato di qualche mese) e a cosa ho scoperto di quel mondo che prima mi era totalmente sconosciuto.
Ma partiamo dall’inizio.
Un anno fa cosa fosse un blog lo sapevo, come funzionasse no. L’occasione per esplorare questo mondo ignoto è stata il lancio della nuova piattaforma di blog.giallozafferano.it e devo dire che la cosa si è presentata molto più semplice di quanto credessi: le guide e i tutorial predisposti ti prendono per mano e ti accompagnano in questa avventura in ogni momento. Hanno un unico, grande, inamovibile difetto:
bisogna leggerli e capirli, senza questo passaggio fondamentale sono completamente inutili (parlano un corretto e fluente italiano, con qualche inserimento di termini tecnici, ma per fortuna san google aiuta :) , pertanto non c’è da spaventarsi).
Per fortuna a me piace leggere e li ho diligentemente sviscerati
prima di chiedere il famoso accesso al blog personale. Una volta avuto l’accesso si è trattato di prendere un attimo le misure (grandezza dei caratteri, delle foto, ecc) e il gioco era fatto.
La cosa più interessante è stato scoprire la parte relazionale tra blog (uso blog come personificazione del blogger: dato che ci sono blogger sia femmine –in netta maggioranza - che maschi e il genere neutro in italiano non c’è, non vorrei correre il rischio di essere tacciata da sessista). Non finisco mai di stupirmi di quanto variopinto, stravagante e bizzarro sia questo mondo nel quale mi sento perennemente come un pesce fuor d’acqua.
Il blog come tutti sanno (altrimenti c’è wikipedia) nasce come un diario nel web (blog, contrazione di web-log) per cui, secondo me, ha e deve mantenere un carattere direi ludico (altrimenti ci si apre un sito registrato con tutti i crismi). Ma nel corso di quest'ultimo anno ho avuto modo di vedere come in realtà si scatenino dinamiche che niente hanno a che vedere con la cucina, le ricette o, ancora meno, l’aspetto ludico della faccenda.
A volte si possono riscontrare comportamenti che ho catalogato, nelle mie analisi semiserie del fenomeno, come sindrome, che a volte può assumere anche natura ossessivo-compulsiva.
Di seguito descrivo quelle che ho riscontrato più frequentemente e caratterizzate da tratti più definiti.
L’elenco non è esaustivo e alcune di esse possono avere manifestazioni in aree diverse.
Ovviamente la descrizione è volutamente esagerata e amplificata, in una festa di solito si ride, no?
Sindrome de “L’albero di Natale”:di solito ne è colto il neo blog.
Un po’ come la neo mamma che già sogna per il figlio appena nato un futuro radioso: bambino prodigio, laureato con lode, carriera folgorante e magari anche un premio Nobel.
La sindrome è facilmente identificabile: preoccupazione principale del blog è di adornarsi di plugin, widget, gadget, banner mentre i contenuti (nel nostro caso le ricette) rivestono un ruolo assolutamente di contorno (non quello che accompagna i secondi piatti).
Sindrome de “La più bella del reame”:riuscire nell’impresa non sempre facile di mantenersi in vita (soprattutto di questi tempi) porta il blog ad avere una smisurata considerazione del proprio operato.
Delle semplici patate lesse assurgono di diritto al trono di “contorno dell’anno”, mentre le stesse (no, anzi, diverse perché di un altro sacchetto) patate lesse se presentate da un altro blog sono soltanto ciofeche che il blog “concorrente” avrebbe fatto meglio a tenere per sé.
Questa sindrome ha la particolarità di presentarsi con diverse sfumature e di evolvere in forme più complesse.
Sindrome di “Prezzemolino”, ovvero a questa non posso, non voglio, non devo mancare:colpisce blog con spiccato protagonismo e anche questa sindrome è facilmente identificabile.
Nella blogosfera in ogni momento dell’anno si possono trovare contest, raccolte e altri ammennicoli che, nella maggior parte dei casi, hanno lo scopo principale di dare “visibilità” (= aumentare le visite) al blog ospitante e di riflesso ai blog che partecipano all’iniziativa organizzata.
Se andate in un blog affetto da tale sindrome vedrete che ha in corso una sfilza interminabile di partecipazioni ad eventi vari. Spesso la medesima ricetta partecipa a un numero imprecisato di raccolte.
Ad esempio troveremo le nostre patate lesse (non me ne vogliano)che partecipano:
- Al contest di…. “Le ricette di stagione” (qualunque stagione sia, le patate vanno tutto l’anno)
- Alla raccolta di…. “Evviva i carboidrati”
- Alla raccolta di… “Contorni per tutti i gusti”
- Alla raccolta di … “I dolci di Nonna Papera” (non stupitevi, con le patate lesse si possono anche fare dei dolci)
- Al contest di …. “I piatti unici” (eh sì, può capitare che a volte non ci sia univocità di interpretazione sulla definizione)
- Alla raccolta di…. “ Piatti caldi”
- Alla raccolta di … “Piatti Freddi”
- ….
Praticamente è più lungo l’elenco delle partecipazioni che quello degli ingredienti e delle fasi di preparazione messi insieme.
Sindrome di “Vota Antonio Vota Antonio”:fase evoluta e complessa della sindrome “La più bella del reame”.
Ne sono affetti i blog che partecipano a “concorsi” vari nei quali il vincitore viene decretato con votazione popolare.
Gli appelli al voto si sprecano non solo nella modalità di generica richiesta al pubblico, ma anche in via personale.
Si può trovare la richiesta di voto visitando il blog dove si troveranno richieste del tipo “Clicca qui e vota”, in vari gruppi su Facebook appositamente dedicati, in altri gruppi… insomma ovunque ci si giri l’invito a votare incombe.
Quelle che però possono diventare moleste sono le richieste personali: ci si ritrova in megachat aperte con l’unico scopo di richiedere il famoso voto, oppure subissati da messaggi privati di blog con i quali mai si è interagito che chiedono il voto; l’apice si raggiunge quando, oltre al blog interessato, gli amici, e/o gli amici degli amici mandano messaggi con la medesima richiesta di voto per il medesimo evento.
Sappiate che non aderisco a nessuna richiesta giuntami per codesta via.
Sindrome de “Il Voto di Scambio”:particolare risvolto della sindrome di cui sopra, con cui tra due o più blog si instaura di un accordo del tipo “se tu dai un voto a me, io poi dò un voto a te”.
Mentre nel mondo reale tale tipo di accordo è illegale, nel mondo virtuale è lecito, ma la questione è un’altra: che senso ha essere votati solo perché si è dato qualcosa in cambio? L’eventuale vincita dovrebbe essere riconoscimento di un lavoro ben fatto, non della propria “influenza” nella blogosfera.
Non voglio soffermarmi oltre, potrebbero uscirne paragoni non proprio edificanti :D
Sindrome de “Il pallottoliere”:Di una cosa sono certa: i blog sanno contare e contano tutto: le visite, le pagine lette, i commenti, i “premi ricevuti”, le “collaborazioni”…
Certo a tutti fa piacere vedere che le proprie “creazioni” sono apprezzate (altrimenti si può “oscurare” il blog in modo che il mondo esterno non lo legga e farlo diventare una sorta di “diario segreto”), ma la petulanza, oserei dire, con la quale i numeri vengono sbandierati mi fa sorridere. Questa è però una cosa da “addetti ai lavori”, se ne parla tra blog nelle sedi più o meno deputate (gruppi per lo più in Facebook). Non c’è giorno in cui qualcuno non dica “con le mie patate lesse ho ricevuto 2427 visite” e chi prontamente ribatte “con le mie carote bollite ben 2524”.
Se poi si verifica un calo nelle visite si scatena il dramma: pazienza se il calo riguarda un giorno, ma il calo prolungato è fonte non indifferente di stress . Che poi sia una cosa fisiologica perché magari la gente d’estate va in ferie è recepito a livello razionale, ma il subconscio rielabora l’informazione restituendo un “Oddio bisogna far qualcosa! Posta un’altra ricetta, voglio un passaggio in fanpage (altra cosa da addetti ai lavori), sto perdendo il paziente!” .
Morale: l’ansia da prestazione porta a compiere un insieme di azioni per lo più sconclusionate che non risolvono il “problema” (se uno è alle Barbados in vacanza in albergo mica pensa a cucinare) e che aumentano il livello di stress, senza peraltro apprezzabili risultati di ritorno (finchè quello sta in vacanza mica pensa a cosa cucinerà quando tornerà da Barbados)
Sindrome de “Il Barbiere di Siviglia” , ovvero tutti mi cercano, tutti mi vogliono (o meglio cerco tutto, voglio tutto):Come per la sindrome di Prezzemolino si riconosce visivamente per la sovraesposizione di banner di varie aziende in homepage o nella “pagina dedicata”: la lista è così lunga che spesso la pagina assume un aspetto a “rotolo di carta igienica” (anche se non avete ancora avuto modo di incontrarlo, non avrete difficoltà a identificare il soggetto).
L’elenco delle aziende che gentilmente hanno fatto testare i loro prodotti si ritrova anche nel post della ricetta e/o nelle foto.
Esempio:
Patate lesse:
- 800 gr di patate della ditta Dellorto
- Olio della ditta Signor Olivo
- Sale della ditta Sale di Mare
Note alla foto: tovaglie della ditta La Filanda, piatto della ditta Piattipiani, posate della ditta La Forchetta.
Sindrome del “Cicì Cocò”:dalle mie parti si dice “fare/essere cicì cocò” quando due o più persone parlano fittamente tra loro.
Dato che il blog è un’entità virtuale che si esprime mediante commenti e post questo si verifica quando nell’arco di una stessa giornata (e magari in calce ad un medesimo post) si trova il Blog A che nel Blog B commenta:
Ore 8.30: Buongiorno!
Ore 12.30: Buon pranzo!
Ore 14.00: Buona pennichella!
Ore 17.00: Buona merenda!
Ore 20.00: Buona cena!
Ore 23.00: Buonanotte! (a proposito bella ricetta le tue patate lesse)
Le motivazioni di tale comportamento sono facilmente intuibili …
Con questo termino la mia breve,ma neanche tanto, e sicuramente non esaustiva, carrellate delle sindromi più diffuse nella blogosfera.
Mi scuso con le patate lesse per averle più volte usate a scopo descrittivo (ma forse sono contente: bene o male l’importante è parlarne).
Ogni riferimento a fatti realmente accaduti o blog esistenti non è puramente casuale (nel senso che tutto questo deriva da osservazione empirica, non teorica, quindi c’è/c’è stato qualcuno che ha fatto così), ma non mi riferisco a qualcuno in particolare.
Spero di non avervi troppo annoiato, di aver dato uno spunto di riflessione e che ne nessuno si senta offeso o preso in causa (sarebbe indice di “coda di paglia”).
Grazie per l’attenzione e buona giornata.
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